Dall'intervista a Elisabetta Bucciarelli in occasione del Premio Lucia Proreschi-Il Tirreno 2011.
"Il ragazzo Iac, protagonista del tuo romanzo, vive in una discarica insieme ad altri diversi che come lui si sentono rifiutati dalla società, dalla famiglia, dalla scuola. Perché hai scelto di raccontare la storia attraverso gli occhi di un adolescente?
Iac, come Lira Funesta, sono adolescenti inquieti e dolenti che si sentono ai margini di tutto. Hanno famiglie sfasciate alle spalle oppure inconsistenti, in ogni caso povere di rapporti umani che non siano basati sul denaro e la convenienza. I ragazzi decidono di vivere nella discarica in segno di reazione al rifiuto di cui si sentono oggetto. Abbandonano prima di essere abbandonati di nuovo. Proprio in quell’ambiente, che la Città non può capire, cercano di costruire rapporti autentici con gli altri abitanti della discarica: il cane Nero, Argo, il Vecchio e gli oggetti di scarto, che riutilizzano e a cui regalano nuove vite."
Inizia e finisce qui.