mercoledì 26 settembre 2012


Corpi di scarto di Elisabetta Bucciarelli è un romanzo tanto spietato e drammatico quanto tenero ed emozionante. Un romanzo ambientato in una discarica, il luogo dove arrivano i rifiuti di una società che sta consapevolmente uccidendo il proprio futuro, fregandosene. In quella discarica vive un micro universo e il concetto di rifiuto emerge in tutte le sue forme e significati. Dal rifiuto solido urbano al rifiuto sociale; dal rifiuto familiare al rifiuto tossico; dal rifiuto sentimentale al rifiuto del diverso; dal rifiuto del proprio corpo ai pezzi di corpo nei rifiuti.
Un romanzo di denuncia sociale che ha tre punti di forza: la storia (le storie), i personaggi (tutti riusciti) e la narrazione (incalzante e coinvolgente). Iac, Tommi, Silvia, Saddam, Argo, Lira Funesta, Lorenzo, il dottor Mito e “gentile” signora, in ciascuno di loro c’è più di un motivo per cui la società, cosiddetta civile, deve riflettere sul livello di inciviltà che ha raggiunto. La “munnezza” non esiste solo quando si ammucchia nelle strade di Napoli e i telegiornali sono costretti a farci un servizio. La “munnezza speciale” non esiste solo quando la perdita radioattiva di una centrale nucleare giapponese ci fa smettere di mangiare il sushi in Italia.
La “munnezza degli intrallazzi su ecoballe e termovalorizzatori” non esiste solo quando finisce negli atti di un magistrato coraggioso che indaga sulle ecomafie. La “munnezza della bellezza chirurgica” non è solo quella delle televip gonfiate ma è soprattutto quella delle ragazzine che rifiutano il proprio corpo e vivono nel desiderio ossessivo di trasformarlo secondo i modelli imposti alla comunicazione di massa dalle strategie di marketing.
Eppure i protagonisti di Corpi di scarto trovano in quella discarica l’ambiente ideale per coltivare i propri sogni e la voglia di guardare al domani. Concordo con Francesco Gatti (curatore del programma Playlist su RaiNews) che ritiene la storia di Corpi di scarto perfetta per diventare un musical. E in questo caso non penso solo ai grandi teatri ma anche alle rappresentazioni scolastiche dove un testo come Corpi di scarto può essere strumento di analisi, studio e sensibilizzazione affinchè la società civile giovane prenda sempre più coscienza che può e deve dare un contributo concreto, da subito, per non vivere oggi e domani in una società civile “putrida” [il mio video della presentazione romana].

Inizia e finisce QUI.