sabato 2 aprile 2011

Verdenero blog


"Iac conosce la discarica fin nei minimi dettagli, per lui è una risorsa, un luogo dove trovare tutto quello che gli serve per sopravvivere e sognare. Si tratta di una metafora importante della nostra civiltà opulenta e sprecona, che getta una quantità enorme di oggetti considerati di scarto, ma che per qualcuno possono rivelarsi molto utili.
Ci vorrebbe un vento di sobrietà. Riportare al centro il concetto di bisogno primario e poi mettere a fuoco bene, di nuovo, quali siano le necessità indotte. Parlo di necessità, anche quando l’intendimento sarebbe di fare riferimento al superfluo e all’inutile, perché ciò che viene percepito come necessario è davvero soggettivo e ne ho rispetto, comunque. Ma nel momento in cui siamo chiamati a decidere su problemi così importanti: etica, nucleare, salute, per citarne solo alcuni, non possiamo non mettere in gioco la nostra capacità di autolimitarci. Penso che fare la nostra parte bene sia più facile di quanto si possa immaginare. Sono gesti piccoli, fatti ogni giorno, che concorrono a un disegno più grande. Spesso offrirebbero anche posti di lavoro in più, paradossalmente consumando meno.
Scrivi: “Siamo ognuno lo scarto parziale o totale di qualcuno”. In una storia in cui affronti l’idea di rifiuto a 360 gradi, credi che per il lettore ci sia spazio ancora per sperare-sognare?
Il nostro mondo è una grande discarica a cielo aperto. Di oggetti e di persone. Non camminiamo tra l’immondizia (tranne eccezioni) ma la respiriamo continuamente a pieni polmoni. Non vediamo le scorie infossate nel Terzo mondo ma l’energia radioattiva invisibile o la diossina di Seveso faranno e stanno ancora facendo danni. Il lettore come ogni cittadino ha dalla sua “lo scarto”. Non quello di cui ho parlato prima, ma il suo scarto personale. La sua differenza potente dagli altri. Il suo punto di forza, la sua identità. Se ha voglia di lasciare davvero un segno del suo passaggio deve far leva su questo. Non imprimere la sua grande impronta (o almeno lasciarla lieve) è il miglior gesto per farsi ricordare. Il sogno si alimenta di un presente leggero. Come vedi “scarto” è una parola che si presta a una doppia lettura."

Inizia e finisce sul blog di VerdeNero, qui.