mercoledì 14 novembre 2012

NOIR ITALIANO
intervista




La scrittrice milanese Elisabetta Bucciarelli è tra le autrici noir più conosciute in Italia. Creatrice del personaggio dell’ispettore di polizia Maria Dolores Vergani. L’abbiamo invitata nel mese dedicato al noir al femminile per conoscere la sua opinione su noir e scrittura.
Noir Italiano: Ciao Elisabetta e benvenuta  a Noir Italiano. Posso offrirti un caffè?
Elisabetta Bucciarelli: Ciao a te Omar e a chi ci sta leggendo. Grazie per il caffé, accetto volentieri.
NI: Cosa significa per te noir?
EB: Buone letture da adolescente, tra gli altri Izzo e Malet. Ottimi film, magari tratti da libri che non erano per niente noir. Atmosfere trovate nei quadri Informali degli Anni ‘50 e canzoni, tante. Coltrane, Chet Baker…
NI: Cosa rende Milano una città da noir?

EB: La bellezza struggente dei suoi contrasti. E’ una città che vive di sogni e di illusioni. Bellezza e squallore si specchiano ogni giorno una nell’altro. E le tantissime storie che non hanno ancora raggiunto una verità (anche giudiziaria).
NI: L’angolo più oscuro di Milano?
EB: La mensa dei poveri, in pieno centro. Anzi, no. L’Hotel di lusso appena restaurato proprio a fianco. Le recinzioni che dividono chi non ha niente da chi ha troppo, queste sono il nero che non si riesce a lavare di questa città.
NI: Hai scritto un romanzo che ha come tema il rifiuto della società e la vita all’interno della discarica. Come ti sei documentata?
EB: Ho indagato, visitando discariche e centri di smaltimento. Ho letto (basta leggere attentamente a volte per sapere le cose come stanno), ho intervistato esperti e ascoltato gole profonde.
Ni: Quindi per te il noir è anche uno strumento di denuncia sociale?
EB: Il Noir prova a guardare il reale con gli occhi spalancati, tentando di approfondire. Se ben fatto approfondisce e cattura i lettori con le emozioni della fiction. Sposta l’asse dal “fuori” al “dentro”, ma come sostiene anche Massimo Carlotto, la scrittura di contenuti deve “contaminare” e riappropriarsi di tutti i generi letterari.
NI: Noir al femminile. Sono molte le donne che si cimentano con successo nel noir. Qual è il tocco in più che un’autrice può dare al noir, rispetto a un collega uomo?

EB: Non sono molte le donne che scrivono noir, anzi sono pochissime. Confondiamo il noir con il giallo, il thriller e altre forme d’intrattenimento letterario. Poche persone (in percentuale rispetto a chi scrive) sono interessate a fare inchiesta prima di scrivere, poche raccontano storie vere a cui manca approfondimento. E comunque se un autore fa il suo lavoro, maschio o femmina che sia, se è onesto e racconta lo spaccato di mondo che conosce, se riesce a far passare le parole dal corpo, dalla propria storia individuale e collettiva, ecco che trova la sua voce e diventa unico e originale, qualunque cosa scriva. Le donne che fanno questo sono molto brave. Ma gli uomini lo sono altrettanto.
Inizia e finisce QUI.